Alice BARAVALLE
Conflitto intrafamigliare
Esperienze di psicodramma triadico con adolescenti
Anno accademico 2021
Le prime righe del testo: Questa tesi nasce dalla mia esperienza lavorativa all’interno dell’associazione biellese Dedalo, la quale si occupa di percorsi a breve e lungo termine con famiglie e adolescenti. Fino a poco tempo fa, non pensavo di essere adatta a lavorare con gli adolescenti: credevo che loro non mi piacessero e temevo io stessa di non piacere a loro. Nonostante possa dichiararmi abbastanza serena e risolta rispetto alla mia stessa adolescenza, semplicemente pensavo di poter fare un lavoro più equilibrato e duraturo con gli adulti. Per cui, quando mi sono trovata quasi contemporaneamente ad insegnare in una scuola superiore e ad accettare l’invito di collaborazione con Dedalo, mi sono dovuta velocemente e sorprendentemente ricredere. L’esperienza che ne e scaturita e stata (e continua ad essere) bellissima e difficilissima, e per questo motivo non intendo ancora concluderla.Nello specifico, questo elaborato verterà sullo psicodramma in un setting triadico, in cui il focus è stata la diade madre-figlio/a, da me condotti con l’ausilio di alcune tecniche codificate, al fine di migliorare la comunicazione intrafamigliare, la capacità di esprimere la propria verità soggettiva e di accogliere quella altrui, la possibilità di incontrare l’Altro al di là dei propri limiti, reali o fantasmatici.
Cristina BERGO
Incontro alla fine: l’abbraccio della spontaneità
Lo Psicodramma e l’accompagnamento al morire
Anno Accademico 2017
Le prime righe del testo: Questa tesi di specializzazione è, per me, un’ottima occasione per elaborare il percorso di tirocinio svolto con un gruppo continuativo di psicodramma, per pazienti oncologici, presso il Servizio di Psicologia Clinica dell’ASST Santi Paolo e Carlo.Ogni lunedì, per quattro anni, ho accompagnato questo gruppo di pazienti, da principio osservando e poi conducendo io stessa il gruppo, alternandomi con il tutor, il dott. Ivan Fossati.E’ stata un’esperienza intensa, sia dal punto di vista formativo che umano.Non poteva essere altrimenti: lo psicodramma richiede di entrare in contatto con la propria umanità, e con quella delle persone che partecipano al gruppo.E quando si ha a che fare con chi sta fronteggiando una malattia, come quella del cancro, con chi sta facendo i conti con la propria vita e con la propria morte, è soprattutto l’essere umano che emerge, nella sua dimensione esistenziale.
Daniela BIANCHI
L’utilizzo della terapia psicodrammatica e psiconcologia:
tematiche al femminile
Anno Accademico 2022
Le prime righe del testo: L’aumento dei casi di patologie tumorali, portando con sé l’angoscia di una malattia insidiosa e il peso di trattamenti debilitanti, comporta traumi e disagi psicologici. Una diagnosi di cancro genera in un primo tempo una sensazione di incredulità, per poi lasciare posto alla rabbia, all’angoscia e alla disperazione. Tali stati d’animo sono spesso aggravati dall’incapacità di dare un senso all’iter terapeutico e di rassegnarsi alle alterazioni corporee determinate dagli interventi. Le donne con diagnosi tumorale, inoltre, vivono spesso una condizione di isolamento, determinata dal malessere psicologico e da un’effettiva tendenza dei familiari e degli amici a far fronte a una situazione emotivamente complessa. Tali donne avvertono il bisogno di sostegno psicologico competente e di un supporto sociale efficace. Gli interventi di gruppo in ambito oncologico hanno preso avvio negli anni Cinquanta del Novecento e hanno confermato la loro efficacia nei decenni seguenti, elaborando ambiti e modalità di applicazione sempre ampi e diversificati.
Elisabetta BONIZZONI
Il formatore scalzo
Il coraggio di rompere copioni e la ricerca di strumenti per orientarsi
Anno Accademico 2021
Le prime righe del testo: Perché ho scelto come argomento di tesi l’esperienza di formazione in un contesto scolastico per adulti? Dove mi ha portato questa scelta? Quali passaggi evolutivi sono accaduti nel corso degli anni e quali altre spinte al cambiamento? O semplicemente… perché questa tesi? In questo lavoro riporto l’esperienza svolta durante il terzo anno di frequenza della scuola di psicodramma come docente in un corso di formazione professionalizzante per operatori socio sanitari.
Luigia BOZZO
DA BRUCO A FARFALLA
Percorsi di psicodramma con classi di preadolescenti
Anno Accademico 2020
Le prime righe del testo: “Cosa farò del resto della mia vita?” Questa domanda è sorta quando il Ministero della Pubblica Istruzione ha deciso che era giunta l’ora di mandarmi in pensione. Dopo aver fatto l’insegnante di lettere alla scuola media per un lungo periodo ed aver dedicato anima e corpo all’educazione dei preadolescenti, tale domanda si presentava con una forza sconvolgente. Non mi sembrava abbastanza attraente il pensiero che avrei avuto più tempo per la lettura, i viaggi, il ballo, le passeggiate, la partecipazione ad eventi vari … Tutto questo era bello, ma non sufficiente!In quel periodo, mi capitava di pensare alla domanda che si ponevano i miei alunni arrivati in terza media: “Cosa farò da grande?” Come li capivo! Non si trattava di trovare il modo di riempire il tempo, ma di scoprire qualcosa che desse senso al resto della mia vita. Doveva accendersi dentro di me la scintilla dell’entusiasmo, anzi riaccendersi la scintilla che mi aveva fatto sentire l’insegnamento come una professione unica e speciale per la quale valeva la pena spendere tante energie.Per via del tutto inaspettata si è presentata la risposta attraverso un incontro, tanto caro a Moreno!
Chiara CAGNOLI
Il gruppo di psicodramma come luogo riparativo della cura della persona e delle relazioni
Le prime righe del testo: La stesura di questa tesi di specializzazione in psicoterapia è stata per me una preziosa occasione per rielaborare l’esperienza fatta durante l’ultimo anno di tirocinio, in cui ho avuto l’opportunità di osservare un gruppo continuativo di psicodramma, tenuto dal Dott. Ivan Fossati a cadenza settimanale, all’interno dell’ambulatorio di psicologia clinica dell’Ospedale San Paolo di Milano. Il mio ruolo è stato quello di osservare con attenzione ciò che avveniva all’interno della sessione di psicodramma, cogliendo aspetti verbali e non verbali dei pazienti, le sequenze degli accadimenti scenici, in modo da poter dare al gruppo, alla fine di ogni sessione, uno specchio di ciò che era emerso come significativo per il protagonista e per i membri del gruppo. Il gruppo è composto da pazienti eterogenei per età, genere e provenienza sociale, che in seguito ad un percorso individuale, sono stati indirizzati dal terapeuta verso un percorso di psicoterapia di gruppo, considerando l’incontro con l’altro e la metodologia attiva la via preferenziale per rispondere ai bisogni esistenziali/psicologici di ciascuno di loro…
Elena CIAMPI
IO E L’ALTRO
Ruolo, inversione di ruolo e neuroscienze
Le prime righe del testo: Questa tesi nasce dalla curiosità e dal desiderio di creare delle connessioni. Il mio lavoro da psicologa mi ha portato in questi anni a scoprire il vastissimo e, a mio avviso, affascinante ambito delle ricerche neuroscientifiche e mi sono più volte chiesta come tali ricerche potessero integrarsi all’interno del percorso di studi che stavo affrontando per diventare psicoterapeuta psicodrammatista. Intuivo, infatti, che alcuni concetti in cui mi imbattevo afferenti in particolare alla neurobiologia dello sviluppo erano legati, risuonavano con altri inerenti alla teoria e alla pratica psicodrammatica; questa tesi è stata dunque l’occasione per fare chiarezza, o quanto meno iniziare a fare chiarezza, circa queste intuizioni. Non è stato semplice trovare nella letteratura a mia disposizione articoli o testi che trattassero dello Psicodramma con gli occhi di un neuroscienziato ed è stato dunque necessario operare alcune scelte di campo; la tesi infatti prende in considerazione non tutta la teoria psicodrammatica nel suo complesso, ma un preciso aspetto teorico: il ruolo.
Marta CODATO
LO PSICODRAMMA A SCUOLA PER RIDURRE IL DISAGIO ADOLESCENZIALE
Le prime righe del testo: É stato usato il metodo psicodrammatico, inventato da Jacob Levi Moreno, in una classe prima di un Istituto Superiore di Trento. Gli effetti del percorso sono stati misurati - prima e dopo la sperimentazione - con uno strumento chiamato Core_OM. Lo stesso strumento è stato somministrato – alla medesima distanza temporale – agli studenti di un’altra classe prima, che non ha seguito il percorso psicodrammatico (gruppo di controllo). I risultati evidenziano alcuni effetti positivi in termini di riduzione dei sintomi ansiosi/depressivi e dei comportamenti auto ed eterolesivi.
Fulvio COLLODET
LA CONDUZIONE DI PSICODRAMMA COME ATTO CREATIVO
Alcune esperienze di conduzione
Le prime righe del testo: Per molti anni mi ha tormentato l’idea che non mi sarei potuto rioccupare in ambiti professionali differenti da quelli in cui avevo fino ad allora trascorso le mie vicende lavorative al termine degli studi in ingegneria. Un giorno di alcuni anni fa, quasi per caso, ho contattato la scuola di Psicodramma di Boria, mi sono informato, ho chiesto, ho domandato, ho ragionato, e l'indomani, con una buona dose di incoscienza, mi sono iscritto. Nel 2015, al termine del quarto anno di corso per conduttori di gruppo, ho iniziato a realizzare le mie prime conduzioni sperimentandomi in contesti nuovi e anche abbastanza differenti fra loro. Sono così trascorsi alcuni anni, intensi, a volte faticosi, ma anche ricchi di buone esperienze e intime soddisfazioni. Grazie a questo percorso ho maturato la convinzione che lo psicodramma, oltre ad essere un metodo estremamente potente per lo sviluppo e la cura della persona, è anche uno spazio dove lo stesso conduttore ha l’opportunità di esprimere la propria creatività e di dare una forma ad un proprio modo di essere e di vivere le relazioni con se stesso e con gli altri. La curiosità, infatti, mi ha portato in questi anni ad approfondire argomenti nuovi, come ad esempio la formazione aziendale, lo psicodramma biblico, il disegno onirico, lo psicodramma a due e lo storytelling, e a lavorare con gruppi in contesti differenti: gruppo continuativo di adulti, serate aperte, gruppo di adolescenti, animatori e catechisti, classi delle elementari e delle medie. La curiosità e la ricerca di una personale forma espressiva sono state le sollecitazioni del mio peregrinare psicodrammatico. Ho sempre dedicato tempo e ricerca alla preparazione delle conduzioni, curando i dettagli e la forma estetica, sempre con uno sguardo attento agli obiettivi, al contesto e al contratto con il gruppo. L’esperienza, però, mi ha insegnato che necessariamente una buona parte della conduzione nasce in seno alla conduzione stessa. Con il tempo si sono ridotte le parole, semplificate le consegne, ed è aumentato lo spazio a disposizione per “ciò che accade”. Questo spazio che si fa possibile laddove il conduttore si fida del metodo, di se stesso e del gruppo, è il luogo dove va di scena la creatività.
Patrizia DAMBROSIO
INCONTRARE LA MORTE
Lo psicodramma e il prendersi cura dei pazienti con diagnosi infausta
Anno Accademico 2023
Le prime righe del testo: Con l’espressione “breaking bad news” si fa riferimento alla comunicazione della cattiva notizia, intesa come l’evento che modifica in modo negativo e irreversibile le prospettive del futuro da parte di chi le riceve. Il cordoglio e la sua elaborazione iniziano prima ancora del trapasso, ovvero nel momento in cui viene annunciata la presenza di una possibile causa di morte. La bad news viene comunicata al paziente o ai suoi familiari dal medico e la capacità di gestire tale situazione dipende da fattori sia individuali che culturali. L’evento modifica profondamente le dinamiche relazionali del malato e dei suoi familiari.
Laura DELLE CURTI
“IO NON SO COS’È SUCCESSO: DEV’ESSERE STATA UNA POZIONE!”
Trama e ordito nella tessitura dello sguardo del Direttore: come e cosa osservare in una sessione di psicodramma
Anno Accademico 2018
Le prime righe del testo: Non ho una tesi da dimostrare ma occhi aperti per ascoltare… ha avuto inizio tutto da un’azione seguita da riflessione: tempo fa è capitata l’occasione di analizzare con gli occhi di psicodrammatista i video del percorso terapeutico di una paziente di Giovanni Boria; dall’incrocio e confronto di analisi di pazienti diversi è stata estrapolata una griglia di lettura di questo tipo di materiale. Questo strumento di osservazione si rivela utile in fase di formazione al ruolo di direttore e, se interiorizzato e connesso al sentire del terapeuta nel qui ed ora della conduzione, ad uno psicodrammatista nella sua pratica professionale.Il mio tentativo in questo elaborato è quello di approfondire, anche attraverso la guida della letteratura, gli aspetti teorici e metodologici che stanno a fondamento della lettura del percorso della paziente.
Luisa DE PAOLI
LO PSICODRAMMA NELLA FORMAZIONE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI
Scene di tirocinio, tirocinio in scena
Le prime righe del testo: Sono un’assistente sociale appassionata del proprio lavoro. La passione mi ha portato ad accogliere molti studenti di Servizio Sociale in tirocinio. Forse sempre la passione ha esaudito il desiderio di ricoprire il ruolo di tutor al Corso di Laurea per assistenti sociali dell’Università di Padova. Questo mi ha permesso di assistere alla meraviglia della nascita di un professionista. Meraviglia e grandi fatiche perché, come in tutte le nascite e crescite, ciò che le studentesse e gli studenti incontrano nel loro viaggio formativo è estremamente complesso. I tutors accademici incontrano gli studenti al secondo anno del C. di L. in Servizio Sociale e li accompagnano fino alla fine del terzo anno. Durante questo tempo i tutors accademici svolgono 10 incontri di rielaborazione dell’esperienza, incontri individuali, incontri con i supervisori aziendali, la supervisione delle due relazioni di tirocinio. L’ultima di queste viene portata all’esame che, solitamente, è alla conclusione del percorso triennale.
Barbara DONVITO
COMUNQUE SPERANZA
Esperienza di Psicodramma a due e di gruppo con malati di Parkinson e caregiver
Le prime righe del testo: La mia tesi prende spunto da riflessioni che ho potuto maturare grazie al tirocinio svolto presso il servizio di psicologia di un ospedale del bellunese. Durante il tirocinio che ha accompagnato questi importanti quattro anni di formazione ho avuto la possibilità di entrare in contatto con l'Associazione per il Parkinson. Per questo ringrazio la mia tutor dott.ssa Francesca De Biasi che mi ha messa in contatto con questa importante realtà e che si è mostrata da subito interessata ed incuriosita rispetto alla mia proposta.Nel corso del tempo ho potuto organizzare diversi gruppi a termine con lo psicodramma e per me questa è stata veramente un'esperienza umana di grande significato. I gruppi erano composti da malati e caregiver; all'inizio avevo dei dubbi riguardo a questa organizzazione e poi ne ho colto le problematiche, ma ho accolto la richiesta dei partecipanti.
Giorgio DUCCO
IL FILOSOFO, UNO PSICODRAMMATISTA, DEGLI ADOLESCENTI
Pensieri psicodrammatici in risposta a provocazioni filosofiche
Le prime righe del testo: Le informazioni digitali additive sono una visione lucidissima della somma continua delle informazioni stesse, una montagna che continua a crescere ma della quale non si scorge un senso e un filo conduttore...perché solo la narrazione crea dà senso! Moreno ha colto un nodo cruciale, il punto di vista dell’Altro è narrativo, non aggiunge una cosa ma genera un nuovo senso che arricchisce il mio. Lo psicodramma è una esperienza narrativa. È il percorso logico mentale dall’additività delle informazioni al racconto che è cerchio che si chiude e che dà senso perché è narrativo. In questo senso va letta la sessione psicodrammatica come racconto con un inizio uno svolgimento e un ritorno a casa, non è additivo, ma racconto di senso e quindi contro il mondo moderno, in contrasto con le sue dinamiche, anche in questo è elemento di cura. Nel capitolo dedicato al rapporto tra mito e psicodramma analizzeremo nel dettaglio la struttura narrativa di una sessione psicodrammatica.
Chiara GARINO
SE LE FORMICHE SI METTONO D'ACCORDO POSSONO SPOSTARE UN ELEFANTE
Lo psicodramma a servizio di un’organizzazione: un’esperienza di Team Building
Le prime righe del testo: Come nasce un progetto formativo? Quali attenzioni si devono avere nell’interlocuzione con le organizzazioni? Come si gestiscono contingenze e imprevisti? Ma soprattutto… lo psicodramma nelle organizzazioni: perché?In questa tesi, si cercherà di sistematizzare l’utilizzo della metodologia al servizio delle imprese, partendo dal delineare le fasi del processo formativo per arrivare ad osservarne l’applicazione e lo sviluppo attraverso l’analisi di un’esperienza di psicodramma in contesto organizzativo: un percorso di team building rivolto a 18 responsabili di reparto di una azienda logistica del torinese.
Donatella LESSIO
ANIMATA MACCHINA
Direttore… dir-attore nel teatro psicodrammatico
Le prime righe del testo: Come dico sempre scherzando, ma si sa che lo scherzo ha un fondo di verità e, in questo caso, anche più che un fondo, mi sono iscritta alla Scuola di Psicodramma perché mi piaceva il teatro di via San Domenico 16, a Torino. Sono rimasta affascinata dalla dimensione magica e leggermente inquietante di quel luogo nascosto, al quale si accede da un semplice cancello; al citofono una targhetta normalissima, con la scritta “Studio di psicodramma” e poi un moto di meraviglia: insomma, un vero colpo di scena barocco. Mi iscrivo, quindi, senza sapere praticamente nulla dello psicodramma, tranne che si sarebbe fatto in quel teatrino: una sorta di carrozzone dei comici vaganti, un teatro delle marionette, un carillon, una camera delle meraviglie settecentesca con collezioni strane e ricercate, un asilo infantile, un laboratorio alchemico... tanti luoghi in uno, per di più piccolo, isolato acusticamente, blu scurissimo, quasi nero, dotato di luci incredibili e in cui, ero certa, tutto sarebbe potuto accadere, per finta, ma per davvero.La mia formazione e professione in campo teatrale - lavoro nel teatro amatoriale come insegnante, conduttore di laboratori, regista e performer - unitamente alla mia passione per lo sviluppo della persona, attraverso i linguaggi dell’arte, hanno trovato nello psicodramma e in quel teatrino un terreno fertile per germinare e, fin dalle conduzioni del riscaldamento aspecifico che si facevano al primo anno, ho iniziato a metter da parte pensieri e materiali sulla zona di confine tra teatro e psicodramma.Dove finisce il teatro? Dove inizia lo psicodramma? Ha senso porsi queste domande?
Loredana LEONE
IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO
La sfida del cambiamento in età anziana: dalla dimensione della perdita alla scelta di lasciare
Le prime righe del testo: Il presente lavoro nasce da un’esperienza, per me preziosa, di un’esperienza di conduzione con metodologia psicodrammatica classica di un gruppo psicoterapeutico per il trattamento di pazienti anziani over 65, in seno al mio tirocinio di specialità svolto presso la S.C. di Psicologia Clinica Polo Ospedaliero San Paolo - ASST Santi Paolo e Carlo, Milano. L’esperienza, condivisa con un collega psicoterapeuta in formazione come me presso la scuola di Specializzazione in Psicoterapia dello Studio di Psicodramma a Milano, si è protratta 13 mesi, dal maggio 2018 al giugno 2019. Attualmente, a seguito della conclusione del nostro percorso formativo, il gruppo è guidato da due nuovi conduttori.L’obiettivo del presente lavoro è compiere alcune riflessioni sull’esperienza compiuta e sull'efficacia clinica del trattamento psicoterapeutico con pazienti anziani, a partire dalla presentazione di un single case di una donna 72enne con diagnosi di lutto complicato. In questa prospettiva si è rivelato utile soffermarsi sul concetto di cambiamento in ambito psicoterapico e sulla teoria di riferimento per individuare i fattori specifici e aspecifici che sembrano concorrere maggiormente all’efficacia dell’esperienza clinica.
Stefania MACCHIERALDO
PSICODRAMMA CON LE COPPIE
Una giostra tra intersoggettività ed interdipendenza
Le prime righe del testo: Perché, in quanto psicoterapeuti, occuparsi di relazioni amorose in crisi? Scegliere l'argomento su cui scrivere la mia tesi di specializzazione non è stato facile. La mia formazione in psicoterapia con lo psicodramma mi ha dato un approccio, strumenti ed un “linguaggio” nel lavoro con gli altri, che mi ha consentito di spaziare molto: per tipologia di utenti, contesti e tematiche.I miei lavori e le mie esperienze vanno dalle donne vittime di violenza, con cui lavoro ormai da anni; dalle donne ed i loro compagni, che affrontano la dolorosa esperienza del cercare un figlio che non arriva; alle dinamiche relazionali critiche in ambito professionale ed aziendale; fino alle storie dei pazienti privati che, in gruppo o seduti davanti al setting dello psicodramma a due, portano sulla scena, insieme ai sintomi e al disagio, il loro mondo interno in tutta la sua umana ricchezza.Un filo comune, praticamente tutte le storie, sono le fatiche relazionali e, in molti casi, affettive ed amorose.
Carmen Ramona MATEI
INTERVENTO PSICODRAMMATICO CON PAZIENTI ONCOLOGICI
Il cambiamento terapeutico: dal setting in presenza al setting online
Le prime righe del testo: La mia presenza al gruppo oncologico risale a settembre dell’anno 2017 come specializzanda in psicoterapia psicodrammatica moreniana, all’interno dell’ASST Santi Paolo e Carlo, U.O.C Psicologia clinica, Milano.Incontro il gruppo alla sua 17 esima sessione e assumo il ruolo di osservatore. A due anni di distanza, a settembre del 2019 subentro nel ruolo di co-conduttrice e il gruppo si trova alla sua 88° sessione. La mia presenza in questa veste dura fino a dicembre del 2020. L’ultimo incontro in presenza risale a 17 febbraio del 2020, dopodiché a seguito del lockdown imposto dalla situazione di emergenza sanitaria Covid-19, il gruppo si incontra nel setting online attraverso la videochiamata skype. Quindi da marzo a dicembre del 2020 il gruppo si svolge in modalità online e continuerà così anche con l’inizio del 2021, vista la fragilità psicofisica di questa categoria di utenza e la situazione di emergenza sanitaria tuttora delicata. In toto si tratta di essere stata testimone a circa 125 sessioni di gruppo, di cui 70 come osservatrice e 55 come co-conduttrice (20 in presenza e 35 online).Sono stati anni formativi che hanno messo delle basi solide alla mia formazione professionale e umana. Lavorare con persone con una malattia come il tumore è stato per me un’occasione di apprendimento concreta in cui sperimentare come lo psicodramma possa contribuire a maggiore benessere psicologico per questa categoria di utenza. Stare meglio si può, anche quando si è colpiti da una diagnosi così spaventevole e spaventante. La gratificazione che arriva è immensa per il senso di utilità esperito a fronte di movimenti psicologici evolutivi nelle persone assistite. Questi movimenti sono percepibili sia all’occhio dell’osservatore che dal posticino in cui verbalizza le sessioni è con un occhio alla tastiera e uno al gruppo, sia attraverso la co-conduzione, soprattutto in questa veste che mi ha visto direttamente coinvolta nelle scelte registiche indirizzate al gruppo.
Paolo MECACCI
SIGNORE E SIGNORI, VA IN SCENA LA FABBRICA!
Psicodramma e applicazioni Sociometriche all’interno dello stabilimento FCA MASERATI di Mirafiori - Torino
Anno Accademico 2016
Le prime righe del testo: Le prime righe del testo: Il lavoro formativo con lo “psicodramma moreniano”, assume lo scopo di stimolare un processo di riorganizzazione della visione interna delle persone, ampliando così la comprensione del senso del proprio lavoro, sensemaking (Weik, 1995), stimolando un cambiamento sia nell’agire individuale, che organizzativo.Nelle pagine che seguono, viene riportata un’esperienza diretta, che mostra come il “metodo di Moreno”, lo psicodramma, possa essere utilizzato in modo utile ed efficace all’interno di un’azienda all’avanguardia come FCA-Maserati, traghettando le persone che ci lavorano dentro in uno scenario lavorativo completamente nuovo, soprattutto sul piano culturale e della mentalità organizzativa, oltre che, nella dimensione tecnologica e produttiva.
Luciano MOCCI
CONNESSIONI
Psicodramma e teatro sociale
Le prime righe del testo: Il mio interesse per lo psicodramma nasce primariamente dal lavoro psicologico ed educativo in ambito sociale e in specifico dalla ricerca di un metodo di lavoro con i gruppi. In particolare è stata la mia esperienza nei contesti residenziali delle comunità terapeutiche che mi ha fatto accostare intorno al 2005/2006 allo psicodramma. Il percorso è stato lungo e articolato nel mettere in pratica un metodo idoneo e flessibile adeguandolo alla multiformità dell’intervento in ambito sociale. Dalle prime sperimentazioni con lo psicodramma, svolte nei primi anni della scuola, ed effettuate nella comunità terapeutica per tossicodipendenti avendo come riferimento classico il modello di L.Yablonsky1, alla creazione all’interno del contesto residenziale di spazi specifici e strutturati per i metodi attivi e lo psicodramma, all’utilizzo di spazi teatrali esterni alla comunità, alle sperimentazioni più recenti con i minori e i migranti in cui in modo più consapevole ho abbinato il lavoro psicodrammatico al lavoro sulla teatralità puntando obiettivi di cambiamento collegati all’individuo, al gruppo e contemporaneamente alla realizzazione di performance di teatro sociale che avevano come target la comunità territoriale…
Annalisa MORETTO
VIVA IL RE!
Esperienza di psicodramma classico in un Centro di Salute Mentale
Le prime righe del testo: Ho conosciuto la malattia mentale come aspetto della mia famiglia.Qualcosa da accettare, qualcosa di misterioso da proteggere e, a volte, da difendere. Un destino che non meritava troppe parole, quasi che ogni verbo proferito potesse solo aggravarlo. Anche da qui, forse, viene la mia attenzione per chi è “strano”, per chi è “diverso”, per quelle persone da cui, in genere, si ritiene importante stare distanti. Il Laboratorio di Psicodramma che ho condotto da aprile a dicembre 2018 presso il Centro di Salute Mentale di Villorba (TV) e che presento in queste pagine lega, quindi, i fili di un aspetto della mia vita e stimola riflessioni di psicodramma e altro.
Marta MURTAS
INCARNARSI PER DARSI VOCE
Il contributo dello psicodramma classico al trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione
Le prime righe del testo: Nel qui presente lavoro di tesi ho scelto di affrontare un tema che in questi anni di formazione mi è stato molto caro: quello dei disturbi alimentari e, in particolar modo, del contributo dello Psicodramma Classico nell’intervento di cura rivolto alle persone che ne soffrono. In questo elaborato vorrei “mettere al centro del palcoscenico di riflessione” l’esperienza presso il Servizio DCA della ASL di Torino, sede del mio tirocinio quadriennale, sistematizzando pensieri, emozioni e apprendimenti legati a diversi contesti. Grazie all’incontro con professionisti e pazienti, insieme agli apprendimenti teorici e metodologici del percorso formativo scelto, si è andata a comporre la mia cassetta degli attrezzi come psicologa e come psicodrammatista.
Marco PEDRON
LO PSICODRAMMA A DUE
Riflessioni sul setting terapeutico e una terapia
Le prime righe del testo: A volte (o sempre?) la Vita ti conduce senza che tu lo sappia. Venticinque anni fa, quando stavo facendo la mia psicoterapia personale, la mia terapeuta mi disse: “Tu un giorno farai lo psicodramma!”. Al che io gli dissi: “Lo psicodramma? E cos’è?”. Non sapevo neppure cosa fosse. Feci un paio di week-end di psicodramma a Padova ma poi tutto rimase lì… così almeno sembrò allora.Quando fu il momento di scegliere la scuola di specializzazione non ebbi dubbi: “Lo psicodramma!”. Ma solamente mesi più tardi mi ricordai di ciò che era successo vent’anni prima.E, così, oggi, mi sono ritrovato non solo a partecipare alle sessioni di psicodramma ma a essere addirittura uno psicoterapeuta psicodrammatista. Riflettendo non saprei dire se io ho scelto lo psicodramma o se lo psicodramma ha scelto me: in ogni caso è “amore” tra di noi e questo è ciò che per me conta.Da quando ho appreso gli elementi e la tecnica dello Psicodramma a due, questa rimane un riferimento fisso nella mia pratica clinica e sono sempre più sorpreso della sua efficacia e dei risvolti sorprendenti che hai nei pazienti. Riporto la battuta di uno dei miei pazienti: “Sa dottore, la prima volta che venni qui e mi mostrò gli scacchi, mi dissi: “Qui si gioca!” e mi venne quasi da ridere. Ma oggi le posso dire: “Qui si gioca la vita!” e quegli scacchi me l’hanno cambiata”.Questa tesi nasce sia dal desiderio di incarnare lo psicodramma nel colloquio clinico.
Mauro PENNISI
LA TANA DEL BIANCONIGLIO
Curiosità e sorpresa nella teoria e nella tecnica psicodrammatiche
Le prime righe del testo: Durante le mie conduzioni, sia con i compagni della scuola sia con i pazienti al tirocinio, mi sono trovato diverse volte in una situazione peculiare: quando si trattava di dare una consegna, specialmente durante il riscaldamento, ho notato che chi la stava per ricevere “pendeva dalle mie labbra”, attendendo con trepidazione qualcosa di vago, di indefinito, che avrebbe dovuto manifestarsi di lì a poco tramite le mie parole. Ciò mi faceva sentire una grande responsabilità, poiché percepivo che il gruppo era molto curioso riguardo cosa avrei proposto loro. Era come se i partecipanti fossero carichi di una qualche forma di energia, energia che aveva bisogno di una scintilla per manifestarsi in un’azione. Il mio compito era quello di fornire la scintilla adeguata. Se non fosse stata adeguata, quell’energia avrebbe preso una via diversa dall’atto creativo, lasciando i membri del gruppo non riscaldati o, peggio ancora, più ansiosi di prima.
Marco PERRI
CONTINUA A SOGNARE...
I metodi attivi per l’elaborazione del sogno
Le prime righe del testo: Già quando avevo vent’anni, periodo in cui iniziai ad interessarmi di psicologia ed intrapresi il percorso di studio che mi ha portato fin qui, ero mosso da una sana curiosità per tutto ciò che riguardasse il cervello ed il suo funzionamento. Ad oggi posso certamente annoverare diverse ricerche, studi, esperienze ed approfondimenti, i quali mi hanno spinto un po' più in là nella comprensione della relazione mente-cervello. Fra questi non posso certo fare a meno di ricordare la prima esperienza con lo psicodramma, durante il percorso di laurea triennale, in cui venni a contatto con la possibilità di mettere in scena i contenuti interni di un individuo e far sì che tutti, all’interno di un gruppo, potessero beneficiarne. Lo psicodramma mi è “capitato” durante gli studi universitari di neuropsicologia e scienze cognitive e da allora è stato un vero e proprio colpo di fulmine per questa metodologia di lavoro clinico, educativo e formativo ideata dallo psichiatra Jacob Levi Moreno. L’esperienza dell’intersoggetività maturata all’interno del gruppo, l’interesse per la spontaneità e per lo sviluppo degli atti creativi, ha avuto un effetto dirompente su di me e sul percorso di studi che avevo intrapreso, spronandomi ad individuare punti di connessione tra le evidenze della moderna neurofisiologia ed il metodo psicodrammatico. Quando arrivò il momento di scegliere la scuola di specializzazione, fresco di un tirocinio appena trascorso in Neurologia, non ci pensai due volte e scelsi la scuola di psicoterapia psicodrammatica di Milano che mi ha portato oggi a definirmi uno psicoterapeuta psicodrammatista.
Chiara PIDELLO
PSICODRAMMA E SPORT UN BINOMIO PERFETTO.
Esperienze di psicodramma con atleti e gruppi di atleti
Le prime righe del testo: L’idea di scrivere una tesi sulla Psicologia dello Sport è sempre stata presente nella mia mente fin dai tempi della triennale all’università. Per varie ragioni e vicissitudini mi trovo solo, o meglio, finalmente ora a poterla scrivere.Credo fortemente nel potere educativo e trasformativo dello sport nonché nei suoi valori più alti quali la cooperazione, la messa in gioco personale e di gruppo, l’importanza di porsi degli obiettivi, di “lavorare” con la mente e con il corpo per poterli raggiungere e l’importanza del rispetto per sé stessi e per l’altro.Quando si parla di sport spesso si dice che è una scuola di vita, e io questo detto lo traduco in sport come possibilità di accedere alle esperienze fondamentali per la crescita personale quali la gratificazione, la frustrazione, la pianificazione degli obiettivi, il desiderio e il divertimento, la possibilità di sperimentare il giusto equilibrio tra la cooperazione e la competizione. Queste capacità si sviluppano in modo naturale nel corso del tempo, sostenute dal coinvolgimento attivo e diretto dell’individuo nella sua pratica sportiva.Desidero scrivere una tesi riferendomi a questo ambito tanto specifico quanto trasversale ai diversi livelli di lavoro, da quello più propriamente clinico a quello formativo.
Stefano PIROVANO
DOTTORE ME LO DICA LEI: POSSO ANCORA CAMBIARE ALLA MIA ETÀ?
Studio pilota sull’efficacia della psicoterapia psicodrammatica con pazienti over 65
Le prime righe del testo: I cambiamenti demografici degli ultimi anni pongono l’accento sulla necessità di proporre interventi efficaci rivolti a pazienti appartenenti alla fascia di età over 65. Tra gli interventi possibili la terapia di gruppo con metodologia psicodrammatica classica appare come particolarmente adeguata in quanto promuove l’espressione della propria storia personale, l’adattamento a ruoli differenti e la creazione di un profondo senso di appartenenza, in risposta al vissuto di solitudine tipico di questa fascia di età. Tuttavia in letteratura sono presenti pochi studi dedicati alla valutazione dell’efficacia di un intervento psicodrammatico rivolto a pazienti over 65. L’obiettivo del presente lavoro è la presentazione dei dati emersi da uno studio pilota rivolto ai partecipanti di un percorso di gruppo attivo dal 2018 presso la S.C. di Psicologia Clinica del Polo Ospedaliero San Paolo (ASST Santi Paolo e Carlo di Milano). Al fine di valutare l’efficacia del trattamento si è utilizzata la somministrazione del CORE OM e l’analisi dei trascritti verbatim di 44 sessioni.
Marcello PORTONE
L’ELEFANTE NELLA STANZA
Lo Psicodramma nell’orientamento post-diploma
Le prime righe del testo: J.L. Moreno nacque nel 1889 a Bucarest, in Romania, anche se affermava di essere nato su una nave che stava attraversando il mar Nero. Come omaggio mi viene da iniziare la mia tesi affermando che il mio lavoro nell’orientamento post-diploma è iniziato in un bar con un cappuccino fatto male. Sono uno psicologo quindi in quel momento la mia mente è subito finita a pensare cosa ci fosse dietro, cosa portava il barista ad aver fatto così male quel cappuccino, se qualcuno gli avesse insegnato a farlo, se si fosse formato, oppure se la causa fosse la sua poca voglia di essere lì, di fare quel lavoro. Insomma, come finiscono le persone a contribuire alla società con un determinato lavoro invece che con un altro è sempre stato un mio grande interesse. Credo si possa ipotizzare che Moreno con la leggenda del suo essere nato in nave parli sia delle sue origini che della sua direzione. Delle sue origini perché nasce da un padre turco e da una madre romena e quindi la nascita nella nave a metà strada tra i due paesi e quindi le due culture. Della sua direzione perché la storia della nave parla di un’incontro, dell’essere nel mezzo, a cavallo tra due realtà e così è poi stata la sua creazione dello psicodramma, un metodo che fa dell’incontro autentico il suo strumento di cura.
Andrea ROSA
LO PSICODRAMMA COME CURA DELL’ESPERIENZA
Tracce di un percorso di riflessione e di azione con un gruppo di giovani-adulti
Le prime righe del testo: Concludere l’esperienza formativa di questi anni con un lavoro di tesi che fosse per me ancora un momento formativo. Questa è stata l’intenzione che mi ha guidato nello sviluppare questo elaborato finale. Un po’ come in una sessione di psicodramma: ho iniziato senza sapere dove sarei arrivato. Adesso che il lavoro è concluso e scrivo queste righe introduttive, mi congedo da questa esperienza con la sensazione che abbia lasciato su di me delle buone tracce, che mi accompagneranno nel prossimo futuro. Proprio come spesso mi sono sentito dopo aver partecipato ad una sessione di psicodramma: stanco (perché si è lavorato...) ma felice (perché il lavoro fatto mi ha nutrito...). L’esperienza e la presenza sono state per me le porte di accesso ad alcune riflessioni sul dispositivo psicodrammatico (Parte I e II). Dopodiché mi sono concentrato su una delle esperienze psicodrammatiche realizzate nel corso di questi anni (Parte III). Ciascuna delle tre parti di cui si compone il presente lavoro è ‘introdotta’ da una serie di citazioni tratte dalle letture di questi anni, soprattutto romanzi e qualche saggio.
Nicola SENSALE
L'INTERSOGGETTIVITÀ’ NELLO PSICODRAMMA
Un contributo allo sviluppo e all'applicazione del concetto di Intersoggettività nella sessione psicodrammatica moreniana
Le prime righe del testo: Con questa tesi di diploma intendo offrire il mio personale contributo alla divulgazione del concetto di intersoggettività che rappresenta certamente uno degli sviluppi più importanti della psicologia del nostro tempo, nozione che, specie in ambito psicoanalitico, ha modificato il modo di osservare e definire i fenomeni psichici, i comportamenti e le relazioni umane.Come diplomando in psicodramma sarà mia cura illustrare, all’interno del presente lavoro, il modo in cui l’applicazione del concetto di intersoggettività si è declinata nella metodologia moreniana classica. Non lo farò solo da un punto di vista teorico, ovvero riportando gli studi di Giovanni Boria, ma anche citando il percorso in gruppo di una paziente di psicodramma moreniano, la giovane francese Ivonne. Cercherò infine di contribuire personalmente alla sua comprensione riportando conclusioni relative alla mia esperienza professionale in quanto direttore di gruppi di psicodramma.
Daniela SOLZI
UN ARCOBALENO DI SUONI
Anno Accademico 2015
Le prime righe del testo: Tutto cominciò una mattina di Giugno del 2007 quando suonai il citofono della sede dell’Unione ciechi a Milano in via Mozart e chiesi se avessero bisogno di volontari. In modo del tutto inaspettato mi venne proposto un lavoro part-time di accompagnamento di persone non vedenti e un soggiorno di una settimana a Jesolo come operatrice in un’equipe di un gruppo di giovani con differenti disabilità visive. Così iniziò la mia collaborazione con l’Unione e il mio percorso di conoscenza e di esperienze del mondo dei non vedenti.
Stefania VIANELLO
FRAGILI CREATORI
Libere riflessioni sul tema del corpo in adolescenza sotto una luce psicodrammatica
Le prime righe del testo: Ho scelto di organizzare la mia tesi conclusiva intorno ad uno sguardo psicodrammatico sul corpo in adolescenza sia per riorganizzare una cornice teorica che mi consenta di accostarmi a questa specifica e potente fase della vita, sia per provare a raffinare gli strumenti clinici operativi con cui accompagna- re le e gli adolescenti a dare forma ai propri contenuti interni per poterci giocare con una sana spontaneità. Una tesi aperta, quindi, che non si propone tanto (o almeno non solo) di riportare un’esperienza condotta, ma quanto di radicare nel sapere e nel saper fare psicodrammatico delle esperienze ancora in atto: mi sono più volte ritrovata di fronte a situazioni disorientanti o stupefacenti in cui la risposta a ciò che ho proposto ad un gruppo o chiesto ad un ragazzo o ad una ragazza era davvero molto lontana da ciò che mi sarei aspettata.
Valeria ZUCANO
LA PSICOTERAPIA PSICODRAMMATICA COME CURA DELLA PERSONA E NON DEL SINTOMO
Le prime righe del testo: Questa tesi nasce dalle riflessioni fatte durante tutti i miei anni di studi, nonché dall'amore per il mio percorso formativo nella Psicoterapia Psicodrammatica. Ho fin da subito visto questo metodo come estremamente valido anche perché si configura come un approccio volto alla cura della persona nel suo complesso e non alla soppressione del sintomo, ed è appunto questo il tema che verrà trattato in questa tesi.