Alice BARAVALLE
Conflitto intrafamigliare
Esperienze di psicodramma triadico con adolescenti
Anno accademico 2021
Le prime righe del testo: Questa tesi nasce dalla mia esperienza lavorativa all’interno dell’associazione biellese Dedalo, la quale si occupa di percorsi a breve e lungo termine con famiglie e adolescenti. Fino a poco tempo fa, non pensavo di essere adatta a lavorare con gli adolescenti: credevo che loro non mi piacessero e temevo io stessa di non piacere a loro. Nonostante possa dichiararmi abbastanza serena e risolta rispetto alla mia stessa adolescenza, semplicemente pensavo di poter fare un lavoro più equilibrato e duraturo con gli adulti. Per cui, quando mi sono trovata quasi contemporaneamente ad insegnare in una scuola superiore e ad accettare l’invito di collaborazione con Dedalo, mi sono dovuta velocemente e sorprendentemente ricredere. L’esperienza che ne e scaturita e stata (e continua ad essere) bellissima e difficilissima, e per questo motivo non intendo ancora concluderla.Nello specifico, questo elaborato verterà sullo psicodramma in un setting triadico, in cui il focus è stata la diade madre-figlio/a, da me condotti con l’ausilio di alcune tecniche codificate, al fine di migliorare la comunicazione intrafamigliare, la capacità di esprimere la propria verità soggettiva e di accogliere quella altrui, la possibilità di incontrare l’Altro al di là dei propri limiti, reali o fantasmatici.
Cristina BERGO
Incontro alla fine: l’abbraccio della spontaneità
Lo Psicodramma e l’accompagnamento al morire
Anno Accademico 2017
Le prime righe del testo: Questa tesi di specializzazione è, per me, un’ottima occasione per elaborare il percorso di tirocinio svolto con un gruppo continuativo di psicodramma, per pazienti oncologici, presso il Servizio di Psicologia Clinica dell’ASST Santi Paolo e Carlo.Ogni lunedì, per quattro anni, ho accompagnato questo gruppo di pazienti, da principio osservando e poi conducendo io stessa il gruppo, alternandomi con il tutor, il dott. Ivan Fossati.E’ stata un’esperienza intensa, sia dal punto di vista formativo che umano.Non poteva essere altrimenti: lo psicodramma richiede di entrare in contatto con la propria umanità, e con quella delle persone che partecipano al gruppo.E quando si ha a che fare con chi sta fronteggiando una malattia, come quella del cancro, con chi sta facendo i conti con la propria vita e con la propria morte, è soprattutto l’essere umano che emerge, nella sua dimensione esistenziale.
Elisabetta BONIZZONI
Il formatore scalzo
Il coraggio di rompere copioni e la ricerca di strumenti per orientarsi
Anno Accademico 2021
Le prime righe del testo: Perché ho scelto come argomento di tesi l’esperienza di formazione in un contesto scolastico per adulti? Dove mi ha portato questa scelta? Quali passaggi evolutivi sono accaduti nel corso degli anni e quali altre spinte al cambiamento? O semplicemente… perché questa tesi? In questo lavoro riporto l’esperienza svolta durante il terzo anno di frequenza della scuola di psicodramma come docente in un corso di formazione professionalizzante per operatori socio sanitari.
Luigia BOZZO
DA BRUCO A FARFALLA
Percorsi di psicodramma con classi di preadolescenti
Anno Accademico 2020
Le prime righe del testo: “Cosa farò del resto della mia vita?” Questa domanda è sorta quando il Ministero della Pubblica Istruzione ha deciso che era giunta l’ora di mandarmi in pensione. Dopo aver fatto l’insegnante di lettere alla scuola media per un lungo periodo ed aver dedicato anima e corpo all’educazione dei preadolescenti, tale domanda si presentava con una forza sconvolgente. Non mi sembrava abbastanza attraente il pensiero che avrei avuto più tempo per la lettura, i viaggi, il ballo, le passeggiate, la partecipazione ad eventi vari … Tutto questo era bello, ma non sufficiente!In quel periodo, mi capitava di pensare alla domanda che si ponevano i miei alunni arrivati in terza media: “Cosa farò da grande?” Come li capivo! Non si trattava di trovare il modo di riempire il tempo, ma di scoprire qualcosa che desse senso al resto della mia vita. Doveva accendersi dentro di me la scintilla dell’entusiasmo, anzi riaccendersi la scintilla che mi aveva fatto sentire l’insegnamento come una professione unica e speciale per la quale valeva la pena spendere tante energie.Per via del tutto inaspettata si è presentata la risposta attraverso un incontro, tanto caro a Moreno!
Chiara CAGNOLI
Il gruppo di psicodramma come luogo riparativo della cura della persona e delle relazioni
Anno Accademico 2022
Le prime righe del testo: La stesura di questa tesi di specializzazione in psicoterapia è stata per me una preziosa occasione per rielaborare l’esperienza fatta durante l’ultimo anno di tirocinio, in cui ho avuto l’opportunità di osservare un gruppo continuativo di psicodramma, tenuto dal Dott. Ivan Fossati a cadenza settimanale, all’interno dell’ambulatorio di psicologia clinica dell’Ospedale San Paolo di Milano. Il mio ruolo è stato quello di osservare con attenzione ciò che avveniva all’interno della sessione di psicodramma, cogliendo aspetti verbali e non verbali dei pazienti, le sequenze degli accadimenti scenici, in modo da poter dare al gruppo, alla fine di ogni sessione, uno specchio di ciò che era emerso come significativo per il protagonista e per i membri del gruppo. Il gruppo è composto da pazienti eterogenei per età, genere e provenienza sociale, che in seguito ad un percorso individuale, sono stati indirizzati dal terapeuta verso un percorso di psicoterapia di gruppo, considerando l’incontro con l’altro e la metodologia attiva la via preferenziale per rispondere ai bisogni esistenziali/psicologici di ciascuno di loro…
Elena CIAMPI
IO E L’ALTRO
Ruolo, inversione di ruolo e neuroscienze
Le prime righe del testo: Questa tesi nasce dalla curiosità e dal desiderio di creare delle connessioni. Il mio lavoro da psicologa mi ha portato in questi anni a scoprire il vastissimo e, a mio avviso, affascinante ambito delle ricerche neuroscientifiche e mi sono più volte chiesta come tali ricerche potessero integrarsi all’interno del percorso di studi che stavo affrontando per diventare psicoterapeuta psicodrammatista. Intuivo, infatti, che alcuni concetti in cui mi imbattevo afferenti in particolare alla neurobiologia dello sviluppo erano legati, risuonavano con altri inerenti alla teoria e alla pratica psicodrammatica; questa tesi è stata dunque l’occasione per fare chiarezza, o quanto meno iniziare a fare chiarezza, circa queste intuizioni. Non è stato semplice trovare nella letteratura a mia disposizione articoli o testi che trattassero dello Psicodramma con gli occhi di un neuroscienziato ed è stato dunque necessario operare alcune scelte di campo; la tesi infatti prende in considerazione non tutta la teoria psicodrammatica nel suo complesso, ma un preciso aspetto teorico: il ruolo.
Marta CODATO
LO PSICODRAMMA A SCUOLA PER RIDURRE IL DISAGIO ADOLESCENZIALE
Le prime righe del testo: É stato usato il metodo psicodrammatico, inventato da Jacob Levi Moreno, in una classe prima di un Istituto Superiore di Trento. Gli effetti del percorso sono stati misurati - prima e dopo la sperimentazione - con uno strumento chiamato Core_OM. Lo stesso strumento è stato somministrato – alla medesima distanza temporale – agli studenti di un’altra classe prima, che non ha seguito il percorso psicodrammatico (gruppo di controllo). I risultati evidenziano alcuni effetti positivi in termini di riduzione dei sintomi ansiosi/depressivi e dei comportamenti auto ed eterolesivi.
Fulvio COLLODET
LA CONDUZIONE DI PSICODRAMMA COME ATTO CREATIVO
Alcune esperienze di conduzione
Le prime righe del testo: Per molti anni mi ha tormentato l’idea che non mi sarei potuto rioccupare in ambiti professionali differenti da quelli in cui avevo fino ad allora trascorso le mie vicende lavorative al termine degli studi in ingegneria. Un giorno di alcuni anni fa, quasi per caso, ho contattato la scuola di Psicodramma di Boria, mi sono informato, ho chiesto, ho domandato, ho ragionato, e l'indomani, con una buona dose di incoscienza, mi sono iscritto. Nel 2015, al termine del quarto anno di corso per conduttori di gruppo, ho iniziato a realizzare le mie prime conduzioni sperimentandomi in contesti nuovi e anche abbastanza differenti fra loro. Sono così trascorsi alcuni anni, intensi, a volte faticosi, ma anche ricchi di buone esperienze e intime soddisfazioni. Grazie a questo percorso ho maturato la convinzione che lo psicodramma, oltre ad essere un metodo estremamente potente per lo sviluppo e la cura della persona, è anche uno spazio dove lo stesso conduttore ha l’opportunità di esprimere la propria creatività e di dare una forma ad un proprio modo di essere e di vivere le relazioni con se stesso e con gli altri. La curiosità, infatti, mi ha portato in questi anni ad approfondire argomenti nuovi, come ad esempio la formazione aziendale, lo psicodramma biblico, il disegno onirico, lo psicodramma a due e lo storytelling, e a lavorare con gruppi in contesti differenti: gruppo continuativo di adulti, serate aperte, gruppo di adolescenti, animatori e catechisti, classi delle elementari e delle medie. La curiosità e la ricerca di una personale forma espressiva sono state le sollecitazioni del mio peregrinare psicodrammatico. Ho sempre dedicato tempo e ricerca alla preparazione delle conduzioni, curando i dettagli e la forma estetica, sempre con uno sguardo attento agli obiettivi, al contesto e al contratto con il gruppo. L’esperienza, però, mi ha insegnato che necessariamente una buona parte della conduzione nasce in seno alla conduzione stessa. Con il tempo si sono ridotte le parole, semplificate le consegne, ed è aumentato lo spazio a disposizione per “ciò che accade”. Questo spazio che si fa possibile laddove il conduttore si fida del metodo, di se stesso e del gruppo, è il luogo dove va di scena la creatività.
Laura DELLI CURTI
“IO NON SO COS’È SUCCESSO: DEV’ESSERE STATA UNA POZIONE!”
Trama e ordito nella tessitura dello sguardo del Direttore: come e cosa osservare in una sessione di psicodramma
Anno Accademico 2018
Le prime righe del testo: Non ho una tesi da dimostrare ma occhi aperti per ascoltare… ha avuto inizio tutto da un’azione seguita da riflessione: tempo fa è capitata l’occasione di analizzare con gli occhi di psicodrammatista i video del percorso terapeutico di una paziente di Giovanni Boria; dall’incrocio e confronto di analisi di pazienti diversi è stata estrapolata una griglia di lettura di questo tipo di materiale. Questo strumento di osservazione si rivela utile in fase di formazione al ruolo di direttore e, se interiorizzato e connesso al sentire del terapeuta nel qui ed ora della conduzione, ad uno psicodrammatista nella sua pratica professionale.Il mio tentativo in questo elaborato è quello di approfondire, anche attraverso la guida della letteratura, gli aspetti teorici e metodologici che stanno a fondamento della lettura del percorso della paziente.
Barbara DONVITO
COMUNQUE SPERANZA
Esperienza di Psicodramma a due e di gruppo con malati di Parkinson e caregiver
Le prime righe del testo: La mia tesi prende spunto da riflessioni che ho potuto maturare grazie al tirocinio svolto presso il servizio di psicologia di un ospedale del bellunese. Durante il tirocinio che ha accompagnato questi importanti quattro anni di formazione ho avuto la possibilità di entrare in contatto con l'Associazione per il Parkinson. Per questo ringrazio la mia tutor dott.ssa Francesca De Biasi che mi ha messa in contatto con questa importante realtà e che si è mostrata da subito interessata ed incuriosita rispetto alla mia proposta.Nel corso del tempo ho potuto organizzare diversi gruppi a termine con lo psicodramma e per me questa è stata veramente un'esperienza umana di grande significato. I gruppi erano composti da malati e caregiver; all'inizio avevo dei dubbi riguardo a questa organizzazione e poi ne ho colto le problematiche, ma ho accolto la richiesta dei partecipanti.